31/10/2012. Regista: David Frankel. Sceneggiatura: Vanessa Taylor. Interpreti: Steve Carell, Meryl Streep, Tommy Lee Jones, Elisabeth Shue, Mimi Rogers. 100 min. USA. 2012. Giovanni-adulti. (X)
Kay e Arnold sono sposati da oltre 30 anni. I bambini
hanno già volato dal nido, e il matrimonio sussiste per semplice routine, tutti
i giorni sono uguali mancano incentivi, e i tentativi di lei di ravvivare la
fiamma del amore non hanno successo. Attratta dal suo best-seller per il trattamento
di crisi coniugali, Kay chiede un appuntamento con il dottore Feld nel suo
studio in una piccola città del Maine, in quella che sarà una sorta di
mini-vacanza. Arnold accetta con riluttanza, e la coppia si vedrà sottoposta a
una insolita terapia.
Il titolo può indurre in errore, anche se si adatta bene ai
film di David Frankel, responsabile de Il
diavolo veste Prada e Marley. Lo script di Il matrimonio che vorrei si deve alla scrittrice Vanessa Taylor,
che ha intervenuto in programmi come Alias,
Everwood e Il trono di spade. Ma il più vicino a ciò che si racconta in questo
film è Dimmi che mi ami. Certamente contiene
brani di commedia e si nota la presenza del comico Steve Carell, ma Il matrimonio che vorrei è più vicino a
un dramma di raffreddamento coniugale, descritto come quasi insalvabile.
L'idea di un matrimonio con problemi che per ricominciare
segue alcuni esercizi proposti dall'esterno ricorda a Fireproof. Ma forse la differenza principale di questo film è che
il raffreddamento dell'amore viene attribuito in modo eminente agli insoddisfacenti
rapporti sessuali (certamente si segnalano altre cause, ma sempre in secondo
piano, perciò il campo di applicazione della proposta è minore). E mentre è
ovvio che indirizzare bene la sessualità nel matrimonio è importante, ed anche essenziale.
Ma il peso che viene dato per quanto riguarda la crisi è eccessivo, confonde
gli effetti con le cause, e si può solo spiegare per due motivi : il contesto
di una società ipersessualizzata che mette così tanta enfasi sulla fantasia,
piaceri solitari e “pratiche” meno convenzionali, e i passaggi presumibilmente
divertenti ai quali possono dare luogo due caratteri che in questo campo sono
abbastanza pudici.
Il meglio di Il
matrimonio che vorrei sono sicuramente Meryl Streep e Tommy Lee Jones, due grandi
attori enormi che incarnano perfettamente i loro due personaggi: il loro giorno
per giorno con il pilota automatico, e il “terremoto” emozionale che cominciano
a sperimentare nelle loro vite dopo aver frequentato lo studio medico. Carell
si limita a svolgere il proprio ruolo di provocatore di apparente innocuità,
dove la faccia lievemente ironica è più che sufficiente ai fini della trama.
Pubblico: Giovani-adulti. Contenuti: Azione 0 | Amore 2 |
Lacrime 2 | Risate 2 | Sesso 1 | Violenza 0 (DeCine21)
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