J. Edgar


20/1/2012. Regista: Clint Eastwood. Sceneggiatura: Dustin Lance Black. Interpreti: Leonardo DiCaprio, Armie Hammer, Josh Lucas, Ed Westwick, Judi Dench, Damon Herriman, Naomi Watts, Dermot Mulroney, Armie Hammer, Lea Thompson, Jeffrey Donovan, Miles Fisher. 137 min. USA. 2011. Giovani.


Il film racconta la traiettoria nel Dipartimento di Giustizia americano di J. Edgar Hoover per quasi mezzo secolo, da quando era un giovane assistente del pubblico ministero, attraverso la sua direzione del neonato FBI, fino alla sua morte negli anni della presidenza Nixon. Dustin Lance Black struttura la narrazione intorno ad un vecchio Hoover che detta delle narcisistiche memorie a diversi aiutanti, ricordi più o meno distorti che facilitano i diversi flash-back.

Clint Eastwood è un grande regista, e riesce a creare una atmosfera e a dare coerenza con la sua classicità alla vita di un personaggio molto complesso, con molti punti scuri, e aspetti che invitano alla speculazione. Conta sull’aiuto di un memorabile Leonardo DiCaprio, che riesce a dare molte sfumature al solitario Hoover, e sul grande lavoro di Naomi Watts come suo segretario; il trucco di entrambi i personaggi invecchiati, soprattutto il primo, è stupefacente.

Il direttore dell’FBI è stato coinvolto in così tante indagini che è stato difficile scegliere su quali costruire la storia. Il libretto di Black ha il merito di optare per alcune che aprono una prospettiva allo spettatore, come gli attentati reali effettuati da comunisti e anarchici nella seconda decada del XX secolo -l’ossessione con la minaccia comunista negli Stati Uniti, così caricaturale, ha una base-, il rapimento del figlio di Lindbergh -che serve a sottolineare il ruolo di protagonismo di Hoover, ma anche la sua lotta per definire i reati federali e l'introduzione di metodi scientifici per indagare su di essi-, e i rapporti segreti e delicati su diverse personalità -che fanno luce sulla vertigine del potere e il desiderio di controllo-.

Essendo Black l'autore di Il mio nome è Harvey Milk, sembrava inevitabile che affrontasse la questione non chiara della presunta omosessualità di Hoover, che non si sposò mai. L'approccio non funziona, usa cliché triti: la madre che reprime, la considerazione di cercare una moglie come un pezzo decorativo, o la cecità e la crudeltà di non accogliere senza complessi l'amore di Clyde Tolson, il suo socio e fedele amico. DECINE21

Pubblico: Giovani. Contenuti: Azione 0, Amore 1, Lacrime 2, Risate 0, Sesso 1, Violenza 0   [da 0 a 4] (DECINE21)

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