Nessuna verità

29/11/2008. Regista: Ridley Scott. Sceneggiatura: William Monahan. Interpreti: Leonardo DiCaprio, Russell Crowe, Mark Strong, Golshifteh Farahani, Vince Colosimo. 128 min. USA. 2008. Giovani. (V)

Due grandi attori costituiscono il principale richiamo di questa storia di spie della CIA, implacabili segugi, a caccia di terroristi nei paesi islamici. DiCaprio è un veterano agente operativo, agli ordini di Crowe, il suo capo a Langley. Entrambi dovranno cooperare col servizio d’intelligence giordano, al fine di catturare il capo di una cellula terroristica, autore di devastanti attentati in Europa.


Pur trattandosi di un film senza grandi pretese, è -tra gli ultimi- uno dei migliori di Ridley Scott, settantenne regista inglese, protagonista di una carriera contrassegnata da continui alti e bassi. La sceneggiatura scaturisce da un adattamento del romanzo omonimo di David Ignatius, realizzato da William Monahan (The departed). La storia non è del tutto originale. Somiglia molto ad altri film, sul tipo Spy Games.

Scott sa realizzare film di costosa e complessa produzione, con molteplici cambi di scena, centinaia di comparse e sequenze spettacolari. Fin qui, niente di speciale, se non fosse che emerge ora un maggior contenuto, in uno stile meno superficiale, che rivela anzi l'intento di sviluppare in modo accurato una storia, seguendo l’evoluzione di alcuni personaggi che, seppure idealizzati, lasciano intravedere una certa qualità (specialmente un grande Russell Crowe, che infonde rispetto e paura, riuscendovi in modo brillante).

Presentato il 10 ottobre negli Stati Uniti, il film ha realizzato -a metà novembre- 36 milioni di dollari (al costo di 70): un incasso decisamente scarso, se si tiene conto dei carismatici nomi presenti nel cast.

Nessuna verità, di notevole e valida fattura, si colloca in un lungo elenco di film statunitensi omologhi, che affrontano il lavoro dei servizi segreti in un atteggiamento che è un misto di ammirazione e rifiuto. Ma riesce a distinguersi da questi, che terminavano col proporre uno spettacolo solitamente di scarso spessore, capace di penalizzare le pur necessarie sfumature e la struttura drammatica, poco solida e verosimile. Alberto Fijo. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. V (ACEPRENSA)

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