Cinderella man - Una ragione per lottare


10/09/2005. Regia: Ron Howard. Sceneggiatura: Cliff Hollingsworth e Akiva Goldsman, da un racconto di Cliff Hollingsworth. Interpreti: Russell Crowe, Renée Zellweger, Paul Giamatti, Craig Bierko, Paddy Considine, Bruce McGill. USA. 2005. 144 min. Giovani. (V)

Film basato sulla vita del pugile Jim Braddock, meglio noto con il nomignolo di “Cinderella Man”, cioè, “Cenerentolo”, per le scarse possibilità che gli assegnavano gli esperti di conquistare il titolo mondiale dei pesi massimi. Il copione di Cliff Hollingsworth e Akiva Goldsman espone le svolte della sua vita avvenute realmente, tra il 1928 e il 1935, durante la Grande Depressione, poi culminate in una splendida realizzazione del sogno americano di quei tempi difficili.

Non si tratta di un film di boxe, per lo meno non esclusivamente, anche se l’atmosfera viene ben resa da un lungo combattimento pugilistico, dai toni epici. La trama tratta soprattutto degli sforzi di un uomo, privo di qualifica professionale, volti a prendersi cura della sua famiglia, specialmente nel momento critico in cui viene privato della sua licenza di pugile professionista. Jim deve cercare alternative alla boxe, in tempi di crisi. Le avversità potrebbero affondare nella miseria chiunque, ma il protagonista conserva sempre la dignità e la speranza, non perde il suo senso morale, cura l’educazione dei figli. Conserva inoltre le vecchie amicizie (il suo preparatore Joe Gould) e ne coltiva di nuove (il suo compagno, scaricatore di porto, propenso a fare il sindacalista). Se la sua fede talvolta viene meno (Jim è cattolico, di origine irlandese), non mancano le preghiere della moglie Mae, anche se sono dirette ad desideri insospettati.

Ron Howard, un artigiano a tutto campo, ha saputo integrarsi da anni in una solida equipe, cui partecipano il produttore Brian Gazer e lo sceneggiatore Goldsman. Non è un genio, e lo sa –si cautela girando molte sequenze, e talvolta spicca, nel suo cinema, una certa mancanza di fluidità nei suoi montaggi- ma ha un punto di forza, che domina come pochi: i difficili equilibri tra sentimento e sentimentalismo. In questo modo, crea emozione genuina, che intensifica quando si ispira a fatti reali –per es. come in A beautiful mind e in Apollo 13-, perché paradossalmente, vi inserisce un’aura di irrealtà, quasi da racconto di fate. È il caso di Cinderella Man, forse eccessivo nella prima parte del film, dove il focolare di Jim Braddock sembera la caricatura di un opera di Dickens, ma con più misura nel resto. Inoltre, Howard, attore da giovane, si trova a suo agio nel dirgere un trio formato da Russell Crowe- Renée Zellweger- Paul Giamatti, capaci di offrire una selezione di splendide interpretazioni. José María Aresté. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: V. (ACEPRENSA)

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