Wimbledon

18/06/2005. Regia: Richard Loncraine. Sceneggiatura: Adam Brooks, Jennifer Flackett & Mark Levin. Interpreti: Kirsten Dunst, Paul Bettany, Sam Neill, Jon Favreau, Austin Nichols, Nikolaj Coster-Waldau. 98 min. Gran Bretagna, Francia. 2004. Adulti.

Il tennista inglese Peter Colt, nemmeno tra i primi cento della classifica ATP, ha superato i trent’anni e si appresta a giocare il suo ultimo torneo di Wimbledon. A sua volta, la ventenne statunitense Lizzi Bradbury aspira a vincere il torneo. Sembrerebbe un’altra commedia romantica, superficiale e un po’ grossolana, sullo stesso cliché delle due avventure cinematografiche di Bridget Jones, scritte da uno degli sceneggiatori. Questo è vero, ma solo in parte. Infatti, storia convenzionale a parte, ecco apparire alcune grossolane concessioni. Inoltre, la regia dell’inglese Richard Loncraine (Riccardo III), abbastanza scontata, scende di livello nelle rare partite di tennis, girate senza vibrazione epica. Comunque, è pur vero che il risultato complessivo risulta gradevole a vedersi, offre numerosi gags divertenti e propone un attraente modello sentimentale e familiare, marcato da senso di responsabilità, dalla donazione all’altro, ed esaltazione della maternità, come elemento essenziale. In tal senso, il film trae beneficio della sua sfacciata somiglianza con Notting Hill, sia per l’argomento trattato che per la struttura di fondo. È vero che i sceneggiatori di Wimbledon non hanno il talento di Richard Curtis; anche il regista, Richard Loncraine, è decisamente inferiore a Roger Michell. Kirsten Dunst e Paul Bettany mancano, a loro volta, del carisma di Julia Roberts e Hugh Grant. Ma tutti fanno il loro dovere: ed ecco, che questa divertente commedia diventa piacevole, anche se avrebbe potuto essere girata assai meglio: con più rispetto dell’intelligenza e del buon gusto dello spettatore. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: X, D, F. Qualità: ** (MUNDO CRISTIANO)

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