Kitchen sotories

4/06/2005. Regia: Bent Hammer. Sceneggiatura: Bent Hamer, Jörgen Bergmark. Interpreti: Joachim Calmeyer, Tomas Norström, Reine Brynolfsson, Bjorn Floberg, Sverre Anker Ousdal. 95 m. Norvegia, Svezia. 2003. Giovani.

Al 1950 risale un’indagine di un gruppo di scienziati svedesi sui movimenti ripetitivi delle casalinghe in cucina. Motivo: scoprire nuove sinergie ed elettrodomestici per risparmiare fatica e lavoro: in definitiva, inventare la cucina del futuro. Partendo da questo fatto reale, il regista norvegese di 49 anni, Bent Hamer, in Kitchen stories sospinge la fiction su un nuovo terreno di indagine. In questo caso, si tratta di inviare una equipe di osservatori, in un paese della Norvegia, per esaminare il comportamento degli uomini celibi in cucina. La regole dell’esperimento sono tassative: gli osservatori vigileranno le cavie volontarie dall’alto di un seggiolone, simile a quello usato dagli arbitri di tennis; prenderanno nota del più piccolo movimento, senza poter mai comunicare tra loro. Quest’ultima condizione non appare un problema ad Isak, maturo ed incallito scapolo, che rientra per sbaglio nel progetto. Egli è fermamente deciso a far fallire Folke, il suo osservatore.

Senza ostentazioni, con un’estetica e un ritmo narrativo che ricordano molto i film di Aki Kaurismaki, viene ripresa l’evoluzione di due uomini solitari, dalle vite apparentemente grigie, e che invece si scoprono piene di ricche sfumature quando iniziano a intrecciarsi.

Uno dei pregi più evidenti del film risiede nella molteplicità di chiavi di lettura. Ora vi è un’aperta critica al positivismo e al comportamentismo, molto diffusi a metà del XX secolo, ma facilmente riconoscibili anche in altre realtà più vicine nel tempo, come la diffusione dei reality show. Ne risulta un commovente affresco sull’amicizia, al maschile, nonché un ironico sguardo alle diversità tra due paesi nordici –Svezia e Norvegia- soprattutto. Emerge un elogio della comunicazione, intesa come il vero e unico modo di penetrare la vita degli altri. Per Isak e Folke la vita cambierà –salvando le difficoltà del protocollo della ricerca- quando iniziano a preoccuparsi non di cosa fa l’altro, ma di cosa pensa e sente, di chi è. Scarsi ma brillanti dialoghi, interpretazioni magistrali, musica particolarmente adeguata, tanto discreta quanto opportuna, e per ultimo un fine ed intelligente senso dell’humour caratterizzano questo valido film nordico. Ana Sánchez de la Nieta. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: -. Qualità: **** (MUNDO CRISTIANO)

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