Melinda e Melinda

18/12/2004. Regista: Woody Allen. Sceneggiatura: Woody Allen. Interpreti: Will Ferrell, Vinessa Shaw, Amanda Peet, Chiwetel Ejiofor, Radha Mitchell, Cloë Sevigny. 90 m. USA. 2004. Adulti.

Con la puntualità con cui arriva l’autunno della carriera, ecco il film di Woody Allen. Quasi seguendo un rito ancestrale, ritroviamo negli stessi titoli di coda, nel solito Jazz di New Orleans, nella stessa durata di 90 minuti, nel produttore di sempre, e così via, le tematiche caratteristiche e le ossessioni ricorrenti del cineasta di New York. Allen affronta nel suo ultimo film il relativismo emergente dalla produzione letteraria, riflesso speculare di un relativismo epistemologico diffuso. Uno stesso fatto può essere raccontato in un’ottica che privilegia il tragico, o in un'altra che esalta il lato comico. Entrambi gli ingredienti si ritrovano nella vita, ma se il prevalere di una prospettiva può portare al pessimismo, l’altra finisce per incorrere nel cinismo, ultimo atteggiamento assunto nella vita reale da Woody Allen.

Alcuni amici scrittori si sono dati appuntamento per cena. Uno dei commensali racconta una breve storia che ha per protagonista una donna senza radici, di nome Melinda. Uno degli scrittori ne trarrà una lettura tragica ed esistenziale; un altro, invece, la imposterà sui binari della commedia. Il film, da questo momento, procede secondo un montaggio parallelo, presentando alternativamente due diversi modi di trattare l’argomento, a prima vista inconciliabili.

Radha Mitchell, in una sfida interpretativa assai impegnativa, impersona le due Melinda, quella divertente e quella depressa. Incuriosisce la diversa messa in scena con cui ciascun episodio del racconto viene trattato, secondo opposte angolature. Tra gli attori, emerge la bellezza di Amanda Peet e la vis comica di Will Ferrell. Vediamo riproporsi, quasi al completo, il cast dell’ultima opera di Louis Malle, Vanya sulla 42° strada. Senza raggiungere il miglior Allen, il film appare un‘opera accettabile, ben costruita ed amena, ma intrisa -soprattutto nel finale- di un amaro nichilismo che riflette la decadenza di chi, in altri tempi, -da regista- ha avuto momenti migliori. Juan Orellana. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: S, D+, F. Qualità tecniche: ** (MUNDO CRISTIANO)

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