Alien vs. Predator

4/12/2004. Regista: Paul W.S. Anderson. Sceneggiatura: Paul W.S. Anderson. Interpreti: Sanaa Lathan, Raoul Bova, Lance Henriksen, Ewen Bremner, Colin Salmon. 100 min. USA. 2004. Giovani.

Il multimiliardario Charles Bishop Weyland (Lance Henriksen) organizza una spedizione scientifica per indagare su di un insolito aumento di temperatura su di un’isola dell’Antartide, rivelato da uno dei suoi satelliti. Tale fenomeno consente di arrivare ad un’antichissima piramide azteca sepolta a 600 metri sotto una calotta di ghiaccio. La squadra troverà conferma di un culto antichissimo a misteriose creature, dedite a strane battute di caccia rituali… Ma sta proprio per iniziarne una! Weyland e la sua squadra avranno l’opportunità di parteciparvi, ospiti di cuccioli di alieni.

Si potrà criticare la mancanza di originalità della trama: indugia su filoni già battuti ed è scarsa di contenuto. Verissimo. Lo spettatore sa che gli alieni hanno sangue acido di color verde, e sono una sorta di lucertoloni molto prolifici con caratteristiche assai sgradevoli; e sa anche che i predatori sono dotati di visione infrarossa e visore laser triangolare. In ciò nulla di sorprendente. Nemmeno nei protagonisti della spedizione: personaggi piatti, destinati ad essere eliminati già dopo le battute iniziali della storia. Non si potrà accusare tuttavia la Fox di secondi fini. Il film è esattamente quello che ci si attende: un semplice passatempo che offre l’atteso scontro tra le più sanguinarie creature dello spazio, anticipato dalla prima esibizione della saga dei predatori, dove si ostenta un cranio di alieno.

Paul Anderson si sforza di svolgere il suo mestiere nel miglior modo possibile: assolve l’incarico con competenza e professionalità. Ne risulta un prodotto di consumo per pubblico di modeste pretese. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

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