Dopo il controverso The Tree of Life, il regista Terrence Malick mantiene una assoluta
continuità di fondo e di forma in To the
Wonder. Senza raggiungere il livello di quella, questa può essere
considerata come la sua continuazione, il suo corollario. La trama si incentra
su Neil, un chimico americano che vive una storia d'amore a Parigi con una
Marina molto innamorata, divorziata, madre di Tatiana. Marina si decide a
trasferirsi negli Stati Uniti con la figlia e a sposare Neil. Ma il suo
desiderio di farlo in chiesa è ostacolato dal suo precedente matrimonio. Quando
il suo visto scade e torna in Francia, Neil riprende una vecchia relazione con
un'altra donna divorziata, Jane, ma non dimentica il suo amore per Marina.
Malick vuole descrivere limpidamente la fragilità dell'amore
umano, la sua radicale insufficienza, quando non fa riferimento all’Amore
divino. Può suonare antiquato, ma questo è esattamente ciò che propone Malick.
Ma non lo fa in chiave moralistica o prescrittiva. Prima di entrare nell’approccio
etico, preferisce fermarsi in quello metafisico/teologico: la realtà è positiva,
e l'uomo, nonostante sia stato toccato dal male, desidera la pace, la bellezza
e l'amore infiniti che possono essere trovate soltanto nella la luce della
grazia di Dio. I personaggi, di cui si sente solo la loro anima come voce in off, riconoscono questa precarietà
antropologica: "Assetati. Abbiamo sete ".
Il viaggio antropologico è lo stesso di L’albero della vita. Si comincia con la
sorpresa della vita, come se fosse una prima risurrezione: "Sono appena nato.
Mi hai tirato fuori dalle ombre". Malick scatena tutto il suo mestiere
fotografico col grandangolare per regalarci delle immagini struggenti della
natura e dell'arte. Questa teologia della creazione di Malick gli attirò accuse
di panteismo per suo precedente film, e qui, con l'allusione continua a Cristo,
sono smentite. In una seconda fase viene l’oscurità, la debolezza, il peccato.
Cambia lo scenario. Le scavatrici, il fango scuro, il mondo della
contaminazione di piombo e cadmio, pozzanghere fangose. Tra il cielo luminoso e
questa terra putrida c’è Neil, in piedi, cercando di essere uomo.
Ci sono due altri personaggi catalizzatori molto
importanti. Il prete (Javier Bardem), che supera la sua aridità nella fede attraverso
il cammino della carità, lo scoprire Cristo in ogni volto sfigurato: i poveri,
i tossicodipendenti, i carcerati ... È questo personaggio che continuamente proclama
che l'amore umano, se è solo sentimento, se non vive dell’amore di Dio,
fallisce. Infine vi è una donna vestita di nero che rappresenta la tentazione
di Satana nel deserto. Lei tenta Marina: "La vita è solo il sogno. Vattene.
Lascia Neil. Sii libera. Fai quello che vuoi ".
L'intero film è riassunto in una preghiera. Le ultime
sentenze dei personaggi sono: "Grazie", "Siamo fatti per
vederti", "Che le nostre vite solo possano essere riflesso della tua
luce". Malick continua a dare le spalle alle regole del gioco commerciale e
fa il cinema che vuole fare, senza nulla concedere alla galleria. Questo lo
onora. Juan Orellana. ACEPRENSA.
Pubblico: Adulti. Contenuti: X (ACEPRENSA)
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