L'arte di vincere

25/2/2012. Regista: Bennet Miller. Sceneggiatura: Steven Zaillian, Aaron Sorkin. Interpreti: Brad Pitt, Jonah Hill, Philip Seymour Hoffman, Robin Wright, Kerris Dorsey.133 min. USA. 2011. Giovani.



Questo grande film ha avuto una gestazione complessa. La sceneggiatura del premio Oscar Steven Zaillian (Schindler List, In cerca di Bobby Fischer, Awakenings) si basa su un romanzo e su un personaggio reale, Billy Beane (Orlando, Florida, 1962), manager della squadra di baseball di Oakland. Beane attuò una coraggiosa strategia sportiva basata su un complesso calcolo statistico applicato alle conoscenze dei giocatori di baseball della lega americana. Il film doveva essere stato diretto da Steven Soderbergh, con Pitt come protagonista. Soderbergh abbandonò il progetto, ma lo studio conservò Pitt e assunse Aaron Sorkin (creatore di The West Wing della Casa Bianca, ha vinto l'Oscar per la sceneggiatura non originale per The Social Network) perchè rivedesse la sceneggiatura di Zaillian. E il risultato è sorprendente.

Un film sportivo è spesso noioso e prevedibile. Di più, se lo sport è poco conosciuto, come il baseball in molti paesi. La sapiente guida di Miller (ricordiamo il suo grande Truman Capote di Philip Seymour Hoffman, che vinse l'Oscar) e un cast meraviglioso prendono lo script (con il cesellato dialogo di Sorkin) e colpiscono la palla fino a farla uscire del palcoscenico. La storia ha molta forza ed è molto bella. Ha un alto grado di astrazione, cioè, più che di baseball, si parla del lavoro, della fiducia, della famiglia, della perseveranza, il successo, il fallimento. Raramente è stato ritratta con tanto talento la epica perdente (in questo senso, la canzone della figlia di Beane, nella sua doppia versione, è un diamante). Il lavoro di Pitt è ancora una volta superbo. Da anni merita l'Oscar.

Pubblico: Giovani. (ACEPRENSA)

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