Quasi nessuno si è sorpreso quando Paradiso amaro (The
Descendants) pochi giorni fa ha vinto il Golden Globe per il miglior film
drammatico dell'anno. E questo, anche se la storia che racconta è piuttosto
convenzionale: un uomo maturo, attraente e professionale, si trova di fronte ad
una catastrofe personale e familiare, quando la moglie è in coma dopo un
incidente.
Da questo materiale, Alexander Payne (Sideways), riesce a tessere una solida galleria di personaggi e
conflitti così veri e potenti come la vita stessa. Nelle due ore di filmato non
riesci a staccarti dalla sensazione che quello che stai vedendo è molto
ordinario, quotidiano, che tra Clooney, che indossa le infradito e il tuo
vicino del quinto piano ci siano poche differenze, che la storia di infedeltà
per noia e la fragilità può essere, purtroppo, di chiunque e che il terremoto
che ha causato questo inganno colpisce tutti allo stesso modo. Eppure, forse
proprio per questo, perché i film trasuda realismo da ogni poro, non si riesce
a distogliere lo sguardo dallo schermo.
Payne mostra anche in questo film che per commuovere non
c’è bisogno di ricorrere a istrionismo o di cadere nella stranezza: è
sufficiente captare -con maestria, questo sì-, la ricchezza che contiene una persona.
Con la scienza di un bravo scrittore e il suo tradizionale e acido umore, Payne
mette ognuno dei personaggi spalle al muro ... e poi – sorpresa!- procede a
salvare tutti.
Clooney dimostra ancora una volta che è un grande attore (meritato
il suo Golden Globe). Avevamo visto che è capace di chiudere un film con un
interminabile primo piano. Ma qui mostra anche quello che sopporta una orribile
camicia hawaiana e che è tra i pochi in grado di fare una dichiarazione d'amore
melodrammatica a una moglie in coma (“il mio amore, la mia amica, il mio
dolore, la mia gioia”), senza che nessuno nella sala rilasci una risata nervosa
di imbarazzo. Infatti, al mio fianco prestigiosi critici cinematografici inghiottivano
saliva. Quasi niente. Ana Sánchez de la Nieta. ACEPRENSA.
Pubblico: Adulti. Contenuti: S, D (ACEPRENSA)
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