Cella 211

24/4/2010. Regista: Daniel Monzón. Sceneggiatura: Jorge Guerricaecheverría y Daniel Monzón. Interpreti: Luis Tosar, Alberto Ammann, Antonio Resines, Marta Etura, Carlos Bardem. 110 min. Spagna. 2009. Adulti(VSD)

Il regista spagnolo Daniel Monzón, da dieci anni passato dal ruolo di critico cinematografico a quello di regista, riesce a realizzare il miglior film, con questo thriller sulla vita in carcere, prodotto da Telecinco, e tratto dall'omonimo romanzo di Francisco Pérez Gandul. Monzón, che dopo la fase di sceneggiatore si è avvicinato alla commedia, ha acquisito uno stile visivo personale nel cinema tematico, con The Kovac box – Controllo mentale. Ora ha compiuto un ulteriore progresso e, grazie a Cella 211, si consacra come uno dei registi di spicco del cinema spagnolo.



La trama non è proprio originale, ruotando sul genere dell’infiltrato che passa dall'altra parte della barricata, già collaudata in vari film. In tal caso, si tratta di una guardia carceraria, Juan Oliver, che va a visitare la nuova prigione, il giorno prima di prendervi servizio. Ma ecco che all'interno del carcere scoppia una sommossa, e lui deve farsi passare da galeotto appena internato, per salvare la pelle. In tale situazione dovrà conquistarsi Malamadre, leader indiscusso della prigione.

Anche se è Alberto Ammann ad interpretare l'agente, è Luis Tosar il protagonista assoluto del film. Il suo personaggio, Malamadre, è il più elaborato del copione. Resines, Manuel Morón e Marta Etura partecipano al cast di questo thriller, violento e potente. Il film ha un impatto visivo e narrativo molto forte, sia per la durezza che per la violenza delle scene. Ma il messaggio è chiaro: il male genera male. Il cinema spagnolo acquista punti, con questo film. Juan Orellana. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: V, S, D (ACEPRENSA)

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