Sherlock Holmes

16/1/2010. Regista: Guy Ritchie. Sceneggiatura: Michael Robert Johnson, Anthony Peckham, Simon Kindberg, Lionel Wigram. Interpreti: Robert Downey Jr., Jude Law, Rachel McAdams, Mark Strong, Eddie Marsan. 128 min. USA. 2009. Giovani. (V)

La parabola calante dell’inglese Guy Ritchie (1968) si è interrotta con questo ottimo film, imperniato su uno dei personaggi più popolari di romanzi polizieschi, creato nel 1887 da Sir Arthur Conan Doyle. Ritchie ha usufruito dell'eccellente lavoro di quattro sceneggiatori, capaci di costruire una storia che attinge a quattro romanzi e ad una cinquantina di racconti. Tutti hanno per protagonista l’eccentrico detective, che risolve i casi grazie ai propri eccezionali poteri di osservazione e ad un’intelligenza analitica e deduttiva, sempre coadiuvato dal fedele amico, dottor Watson.



I 90 milioni di budget sono stati sapientemente spesi, per ottenere una splendida ricostruzione della nebbiosa Londra vittoriana, in cui convivono l'eleganza più chic e lo squallore dei bassifondi. La qualità della produzione non è casuale. Ritchie ha potuto contare su tre donne che sono le migliori per i film d’epoca: Sarah Greenwood, Katie Spencer e Jenny Beavan. La musica di Hans Zimmer è molto adatta, nella sua rotondità maliziosa. Il montaggio di Herbert, collaboratore abituale di Ritchie, riesce davvero ad imprimere al film un ritmo magnifico, simpatico: davvero piacevole.

La tecnica si mette al servizio di un copione che legge in modo molto intelligente l’opera di Conan Doyle, definendo magistralmente i quattro protagonisti: il disastrato e brillante Holmes, il coscienzioso e metodico Watson, la sinuosa e seducente Irene Adler, e il tenebroso Lord Blackwood. Il cast, molto indovinato, consente recitazioni davvero efficaci. Spicca Jude Law, perfetto nel suo ruolo di Watson (che nei romanzi è il narratore, ma qui -molto opportunamente- no). Un colossale Downey ne reinventa il personaggio, dal registro inedito -per carattere e fisico-, rispetto ai cliché già visti al cinema e in televisione.

Tenendo conto dei precedenti eccessi di Ritchie, bisogna congratularsi con lui, per aver perfettamente centrato un film d'avventura adatto a un vasto pubblico (negli Stati Uniti è classificato PG-13), in cui i cultori dei romanzi originali identificheranno -adeguatamente minimizzati- i lati più scuri e inquietanti delle avventure del famoso detective di Baker Street, in un racconto frizzante e spettacolare. In breve, un ottimo film d'avventura, che può indurre tanti a riscoprire le opere di Conan Doyle e, in particolare, quel delizioso racconto intitolato Uno studio in rosso: l'esordio di Holmes. Alberto Fijo. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: V (ACEPRENSA)

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