American gangster

19/1/2008. Regista: Ridley Scott. Sceneggiatura: Steven Zaillian. Interpreti: Denzel Washington, Russell Crowe, Cuba Gooding Jr., Josh Brolin, RZA, John Ortiz, Chiwetel Ejiofor, Armand Assante, Jon Polito. 157 min. USA. 2007. Adulti. (VXD)

Anni 60. Muore Bumpy Johnson, gangster nero del quartiere Harlem di New York. Gli succede Frank Lucas, che costruisce un impero sul narcotraffico: compra eroina senza intermediari, nel sudest asiatico, e la introduce negli Stati Uniti, utilizzando i trasporti militari della guerra, allora in corso in Vietnam. Riesce così a collocarsi al vertice del settore, superando la concorrenza della mafia italiana. Nel frattempo, Richie Roberts, duro e integerrimo poliziotto, fa le sue esperienze di poliziotto stradale e studia Giurisprudenza. Alla sua vita familiare che presenta un quadro disastroso, fa riscontro un lavoro coscienzioso, immune agli intrallazzi dei corrotti. Quando entra a far parte dell’unità anti-droga, le strade dei due protagonisti si incrociano.

Intenso film di Ridley Scott, su copione di Steven Zaillan, due pesi massimi rispettivamente nella regia e nella sceneggiatura. L’unica possibile obiezione che si può muover loro è che forse tutto è fin troppo scontato. Basato su fatti reali, il film plasma con abilità l’ascesa degli antagonisti, non poi così diversi di carattere, come potrebbe sembrare sulle prime. L’idea, nello stile inaugurato da Heat, è tracciare paralleli: i due hanno infatti in comune il riferimento ad un proprio codice di condotta; da cui risulta che se Richie non è perfetto -viene demolito nel corso del dibattito processuale dall’ex-moglie, che lo accusa di farsi scudo della sua etica professionale come alibi per trascurare il focolare-, a sua volta, la freddezza omicida di Frank –uccide senza pietà, e rovina tante vite con la droga- convive con l’attenzione al suo clan e al cosiddetto ”orgoglio nero”. È facile ritrovare illustri precedenti. Richie ricorda Serpico, quando si muove in mezzo alla corruzione dei poliziotti, con allusioni a French Connection; mentre l’atteggiamento glaciale di Frank rievoca il Michael Corleone de Il Padrino. Dominano le interpretazioni di Russell Crowe e Denzel Washington, ma è giusto segnalare che ci sono parecchi personaggi secondari, killer, poliziotti, famiglia, provvisti a loro volta di curati profili: tutto, per la bontà del copione e del cast.

Inevitabile che una simile trama risulti sordida e violenta. Ci sono momenti brutali, anche se Scott gioca con il fuori campo; e diventano molto sgradevoli, per il degrado, le scene che ritraggono come e dove si prepara la droga. Scene di con donne obbligate a lavorare nude, perchè non sottraggano parte della merce.

Il regista, noto per il buon impatto visivo dei suoi film, esibisce buone trovate, come i lievissimi fiocchi di neve che galleggiano nell’aria in diverse scene, che alludono alla “neve” alternativa, con cui si designa, in gergo, l’eroina. José María ARESTÉ. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: V, X, D (ACEPRENSA)

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