No. I giorni dell'arcobaleno

25/5/2013. Regista: Pablo Larraín. Sceneggiatura: Pedro Peirano. Interpreti: Gael García Bernal, Luis Gnecco, Nestor Cantillana, Alfredo Castro, Antonia Zegers, Alejandro Goic. 110 min. Chile, Usa, Francia, Mexico. 2012. Giovani-adulti. (V)


Di fronte alla pressione internazionale, il dittatore cileno Augusto Pinochet nel 1988 organizzò un referendum per sostenere la sua presidenza, con libertà di fare campagna contro. Un audace e giovane dirigente pubblicitario sarà l’incaricato di convincere gli elettori a dire di no.

Questa tragicommedia cilena è stata nominata all’Oscar 2012 come il miglior film straniero. Con questo, Pablo Larraín completa la sua trilogia della dittatura, cominciata con Tony Manero e Post-Mortem, diventando il più importante cineasta cileno di oggi. Dal punto di vista formale, Larrain ci azzecca scegliendo di raccontare la storia come se fosse un servizio giornalistico, con la permanente cinepresa a mano e abbondanti frammenti di documentari, tra cui la comparsa di un ex presidente della Repubblica. Questa opzione narrativa fa sí che la sua messa in scena e anche le recitazioni sembrino un po’ trascurate, ma favorisce la veridicità della storia ed imprime al film una crescente progressione drammatica che cattura l'attenzione dello spettatore.

Larraín colpisce nel segno anche quando adotta una prospettiva decisamente antipinochetista, ma senza nulla di troppo ideologico e senza ricorrere alla caricatura spietata nei suoi ritratti dei difensori del generale cileno o dell'opposizione più radicale. In questo senso, No adotta lo stesso tono tragicomico, ponderato, intelligentemente ironico e positivo della campagna pubblicitaria che narra, la cui efficacia è una delle ragioni ché fanno da più di vent’anni del Cile una democrazia. Il risultato è un film interessante, divertente e per nulla enfatico, lontano dagli polverosi libelli di altre decadi. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.


Pubblico: Giovani-adulti. Contenuti: V (ACEPRENSA)

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