Les Miserables


31/1/2013. Regista: Tom Hooper. Sceneggiatura: William Nicholson, basato sul musical di Alain Boublil e Claude-Michel Schönberg, a sua volta tratto dal romanzo di Victor Hugo. Interpreti: Hugh Jackman, Russell Crowe, Anne Hathaway, Amanda Seyfried, Helena Bonham Carter.137 min. GB. 2012. Giovani-adulti. (VX)
Vicino a compiere i 30 anni in scena, Les miserables, il musical di Alain Boublil e Claude-Michel Schönberg prodotto da Cameron Mackintosh, ha infranto ogni record immaginabile, dal numero di spettatori -oltre 60 milioni- a quello di continua rappresentazione. Mancava solo portarlo al cinema, e questo è ciò che ha fatto Tom Hooper, regista di Il discorso del re.

Partendo da una fedeltà assoluta al musical, Hooper ha aggiunto due elementi importanti: in primo luogo, la sceneggiatura fatta da un peso massimo della costruzione drammatica, William Nicholson (Shadowlands e Il Gladiatore), e, dall'altro, un magnifico cast. Il copione rispetta la profondità drammatica del testo di Victor Hugo, -presente nel musical- e ha introdotto piccolissimi cambiamenti nell'ordine di alcune canzoni, con i quali aiuta a comprendere meglio la storia e dà drammaticità.

Il secondo contributo del film è una buona squadra di attori che, oltre a cantare abbastanza bene, recitano. Quindi, ciò che sul palco è bello, ma ieratico, qui ha più vita, e ciò che si perde a livello vocale (gli attori non sono cantanti professionisti) si guadagna in registro interpretativo. Lo sforzo che Hooper ha chiesto agli attori -che cantano dal vivo mentre piangono, combattono o scalano una montagna- ne è valsa la pena. Questa versione è meno rifinita rispetto al musical: ci sono temi che gli attori cantano meglio di altri e passaggi più o meno riusciti. Per esempio, mentre nella prima parte spicca un Hugh Jackman più solvente di Russell Crowe, nella seconda Jackman decade un po’ e Crowe recupera. Ma questo aggiunge realismo e veracità al dramma. In questo capitolo, comunque, guadagna la palma Anne Hathaway: la sua interpretazione è semplicemente straziante.

Il film non è perfetto e ha i suoi nei. Tom Hooper, come ha dimostrato in Danmed United e Il discorso del re, è il direttore di attori e un maestro nei primi piani. Qui ricama le scene intime, dove trova il tempo esatto; ne esce bene nelle battaglie, dove scommette per filmare con la cinepresa a mano e con piani chiusi. Ma si perde nei piani aperti e nelle grandi prospettive. In queste scene, Hooper fa molto patenti le sue limitazioni, il cartongesso e la mancanza di budget.

Questi difetti possono allontanare qualcuno dal film, che sembrerà loro interminabile, mentre un altro gruppo di spettatori, agganciati al ritmo di questa bellissima e profondamente drammatica storia, così ben recitata, non si accorgeranno delle imperfezioni tecniche e assaporeranno ciascuno dei 137 minuti di durata. Ana Sánchez de la Nieta. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani-adulti. Contenuti: V, X (ACEPRENSA)

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