Anonymous

26/11/2011. Regista: Roland Emmerich. Sceneggiatura: John Orloff. Interpreti: Rhys Ifans, David Thewlis, Sebastian Armesto, Derek Jacobi, Vanessa Redgrave, Joely Richardson. 132 min. GB, Germania. 2011. Adulti. (XD).

Il rapporto di Shakespeare con il cinema è così abbondante e vasto come la storia del cinema stesso. Non solo sono stati filmati adattamenti dei sui lavori, ma sono stati fatti diversi esperimenti narrativi, dal Falstaff di Orson Welles a Riccardo III un uomo, un re di Al Pacino. Ma è sorprendente che lo faccia un regista come Roland Emmerich, specializzato in blockbuster apocalittici come The Day After Tomorrow, Independence Day e Godzilla.

 

 Quello che ci racconta è una finzione basata sull’ipotesi che William Shakespeare non sia il vero autore delle sue opere. Il vero drammaturgo sarebbe stato il conte di Oxford, che si nasconde dietro l'identità di un attore impresentabile, quasi analfabeta, di nome William Shakespeare, e che si presenta al mondo come l'autore di questi scritti altrui. Il film è interpretato da attori generalmente secondari, come Rhys Ifans, David Thewlis e Sebastian Armesto, eccetto colui che presenta il prologo e l’epilogo del film, Derek Jacobi, che interpreta se stesso, e la veterana Vanessa Redgrave, che incarna Elisabetta I ( sua figlia, Joely Richardson, interpreta la regina giovane).

In realtà, più che un biopic fittizio, Anonymous è più vicino al thriller, soprattutto nel secondo tempo, anche se non mancano elementi di dramma, di commedia, di affaire romantici e di ricostruzione storica. La direzione artistica è abbagliante, ed è qui che su piccola scala è evidente la mano di Emmerich, anche se lo scenografo, Sebastian T. Krawinkel, non è il solito del regista tedesco. Meno indovinato è il copione che, anche se ben legato, è estremamente complesso all'inizio, con flashback senza preavviso, e una danza di nomi e personaggi che si sostituiscono a vicenda troppo in fretta. Non per questo non è una buona sceneggiatura.

Molto più discutibile è il ritratto del personaggio del Conte di Oxford, che seppur attraente, risponde al luogo comune della ideologia pagana di Shakespeare, molto lontano dalle profondità metafisiche che rivelano le sue opere. È un peccato perché il personaggio che ha costruito lo sceneggiatore John Orloff è molto interessante e ricco di sfumature. Tale pregiudizio ideologico appare anche nel trattamento della religione, perchè i personaggi come più perfidi del film, Robert Cecil e suo padre, sono gli unici che si vedono pregare in diverse occasioni. È però vero che questi personaggi incarnano quel cristianesimo nemico di Roma, guidato –secondo il film- dalla cosidetta Regina vergine.

Il film, al di là di essere una provocazione per il mondo accademico e della letteratura, è un omaggio a Shakespeare, chiunque egli fosse, come l'uomo che ha saputo catturare l'anima di un'epoca e che ha saputo vedere i conflitti morali nascosti sotto i giochi di potere del suo tempo. Ma la filosofia della storia proposta da Emmerich, alla fine è pessimista, forse cinica e un po’ machiavellica. Il risultato è brillante, eccessivo nel suo metraggio, dispone di finali multipli, e senza dubbio rivela che Emmerich, oltre a dirigere blockbuster catastrofisti, è in grado di assicurare il successo di produzioni più “colte” per un pubblico meno giovane. Juan Orellana. ACEPRENSA.

 Pubblico: Adulti. Contenuti: X, D (ACEPRENSA)

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