Il discorso del re

22/1/2011. Regista: Tom Hooper. Sceneggiatura: David Seidler. Interpreti: Colin Firth, Geoffrey Rush, Helena Bonham Carter, Guy Pearce, Timothy Spall. 118 min. Gran Bretagna, Australia. 2010. Giovani. Uscita: 28 gennaio.

Dopo la morte del padre, re Giorgio V, e dopo la scandalosa abdicazione del fratello, Edoardo VII, sale al trono Giorgio VI. Alla vigilia di una nuova guerra mondiale, il re dovrà governare pur essendo afflitto da una balbuzie angosciante, che si trascina dall'infanzia, impedendogli di parlare in pubblico.



Nel precedente film, il notevole The Damned Unitedd, il britannico Tom Hooper ha dimostrato di saper esaltare le relazioni di amicizia, così che -da un semplice aneddoto- riesce a costruire un buon film che -già vincitore del Toronto Film Festival- resta ora uno dei favoriti agli Oscar. Tuttavia l'inizio sembra poco promettente, dal momento che prende spunto dal prosaico rapporto tra un balbuziente ed il proprio logopedista. Che il balbuziente sia poi un re e il logopedista un professionista molto determinato a utilizzare metodi poco ortodossi, aggiunge qualche interesse... che sembrerebbe però insufficiente a far decollare il film. Tuttavia, Hooper riesce a costruirvi poi una commovente storia di amicizia, nonché un'interessante riflessione sulla responsabilità morale dei governanti. È difficile incasellare in un determinato genere, questo film potente, che inizia quasi come melodramma, quasi intimista, per poi trasformarsi in un'opera capace di riassumere il meglio del film storico e politico.

La sceneggiatura, impeccabile, dimostra un profondo lavoro di ricostruzione storica e di ricerca: sociologica, filosofica, etica e religiosa. Il cast abbonda di talento, ma Colin Firth ci mette qualcosa in più, del semplice talento. Ci vuole infatti un grande attore, per affrontare con successo il difficile compito di trasformare un balbuziente in eroe. Era molto facile scadere o in un fatalismo ieratico -se il re non avesse dato importanza al suo difetto- o nell’istrionismo esasperato -se davvero ne era angosciato-, come appare dal film.

È difficile mantenere l'equilibrio e costruire non solo un monarca convincente, ma un solido leader politico, per di più in tempi di crisi. In sintesi, la meta ambita da Firth in questo film è estremamente ardua, quasi impossibile da raggiungere... Eppure il regista vi riesce; e non solo, ma anche in modo eccellente. Ana Sánchez de la Nieta. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: ---- (ACEPRENSA)

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