Il bambino con il pigiama a righe

27/12/08. Regista: Mark Herman. Sceneggiatura: John Boyne, Mark Herman. Interpreti: Asa Butterfield, Vera Farmiga, David Thewlis, Jack Scanlon, Amber Beattie. 96 min. GB, USA. 2008. Giovani. (V)

Bruno è un bambino di otto anni, felice e innocente. Sa che il suo paese è in guerra e gioca alla guerra con gli amici; come tutti, anche lui crede che i “suoi” siano “i buoni”. Vive a Berlino con i genitori e la sorella Gretel, di dodici anni, quando suo padre, un militare che -all'inizio del film- è stato appena promosso, deve recarsi alla nuova destinazione, portandosi dietro la famiglia.




Naturalmente, Bruno è restio a lasciare la sua città e gli amici. La nuova casa è isolata, non c’è niente da fare. Nessuno con cui giocare. Dalla finestra della sua stanza, Bruno vede però -non troppo lontano- una fattoria, dove ci sono dei bambini con cui forse giocare; ma gli è vietato avvicinarsi a quella strana fattoria, dove tutti portano il pigiama. Tuttavia Bruno, come ogni ragazzino irrequieto, ama le avventure. Di nascosto, trova quindi il modo di avvicinarsi alla fattoria, dove conosce Shmuel, un bimbo della sua stessa età. Subito diventano amici, a tal punto che Bruno, pur non piacendogli la nuova casa ed avendo l’opportunità di lasciarla, non vuole andarsene. Sarà proprio questa sua determinazione, a condurlo verso conseguenze inattese.

Il romanzo di John Boyne Il bambino con il pigiama a righe è stato un caso letterario, prima di arrivare ora su grande schermo, grazie alla perizia dello sceneggiatore e regista Mark Herman (Little voice-È nata una stella, Grazie, signora Tatcher), noto per la sensibilità e la cura dei dettagli. Boyne -in persona- ha collaborato alla sceneggiatura di un film che forse, meglio ancora del libro, mostra l’innocenza dei bambini, la loro meravigliosa fiducia negli adulti. Ed il rischio di perderla.

La scoperta dell’orrore è graduale: ci sono molti messaggi lanciati a Bruno, che lo spettatore interpreta in modo diverso dal bambino. C’è una scena commovente dove Bruno, cercando di capire il suo mondo e le sue scoperte, domanda a sua sorella: “papà e buono?” Questa scena ha un riscontro nella gioia che poi avverte, quando crede di aver trovato le prove della bontà paterna.

Film forte, girato senza il dispiego di mezzi vantato da un regista come Polanski, per trasmettere un messaggio, forte e umano, senza concessioni al facile manicheismo: lo stesso evidenziato nel film Il pianista. Il cast fa un lavoro sensazionale, assecondato dall’eccellente musica del maestro James Corner (Titanic). Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: V (ACEPRENSA)

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