The Bourne ultimatum - Il ritorno dello sciacallo

THE BOURNE ULTIMATUM – IL RITORNO DELLO SCIACALLO

27/10/2007. Regista: Paul Greengrass. Interpreti: Matt Damon, Julia Stiles, Joan Allen, David Strathairn, Paddy Considine, Scott Glenn, Edgar Ramírez, Albert Finney. 111 min. USA. 2007. Giovani. (VD) Nelle sale dal 1 novembre.

Cinque anni fa, un film d’azione -senza tante pretese- finiva per sbancare le sale cinematografiche di tutto il mondo, facendo di Matt Damon una star. Non mancarono le lodi della critica, che vide in questo film un interessante rinnovamento del cinema di spionaggio. Era The Bourne Identity. Due anni dopo, il marchio si consolidava e progrediva con The Bourne Supremacy, grazie soprattutto alla messa in scena del britannico Paul Greengrass. Adesso, la saga e il regista consentono di catalogare come un classico, tra le pellicole di spy-story, l’ultimo prodotto: The Bourne Ultimatum.

Tenendo conto che si tratta di un film intricato, il miglior riassunto dell’argomento è forse quello offerto dalla ditta produttrice: “In The Bourne Identity, il protagonista cerca di scoprire chi è in realtà. In The Bourne Supremacy si vendicava per quello che aveva dovuto subire. Adesso, Jason Bourne torna a casa e ricorda tutto”. Si può aggiungere che, prima di tornare a casa, deve passare da Mosca, Torino, Parigi, Londra, Madrid, Tangeri, New York e Los Angeles e che, strada facendo, dovrà mettersi alla prova con nuovi assassini prezzolati dalla CIA, trovando aiuto inatteso, alle volte anche nel cuore della discussa agenzia federale, dove sembrano sapere come è iniziata la angosciosa fuga di questa smemorata machina per uccidere che è Jason Bourne.

Di nuovo, il copione è più asciutto ed elaborato della media nel cinema di azione convenzionale, rispetto –ad esempio- alla saga di James Bond e relative numerose imitazioni. Nell’agilissima successione di spettacolari sequenze di azione ed interludi intimisti, il copione riesce a dar slancio al dramma di vari personaggi centrali, ma specialmente di Jason Bourne. Questi si dimostra ansioso di scoprire la sua identità smarrita. Sempre in lotta permanente tra desiderio di vendetta, contro coloro che hanno rovinato la sua vita, ed un incipiente coscienza di colpevolezza, che lo porta a moderare i suoi istinti assassini. Malgrado questo approccio, il film -come i precedenti- è molto violento, esibendo talvolta una messa in scena eccessivamente appariscente e un frenetico montaggio, che debilita puntualmente la credibilità delle situazioni.

In ogni caso, Matt Damon e il resto degli attori –sopra tutto Julia Stiles, Joan Allen e David Strathaim- prendono molto sul serio i loro personaggi. Paul Greengrass li dirige con mano vigorosa, senza lesinare pathos allo spettatore, con alcune sequenze di azione da antologia, quali l’inseguimento nella Stazione di Waterloo a Londra, o la doppia fuga ad Algeri, una e l’altra sviluppate in un tempo visivo e drammatico prodigioso. E tutto, sempre sostenuto dall’eccellente partitura musicale di John Powell. Non è certo che la saga abbia un seguito. E neanche che sia Paul Greengrass a dirigerla. Una volta tanto, però, i buoni amanti del cinema d’azione, restano ansiosi di tornare a divertirsi con questo binomio di sicura efficacia. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: V, D (ACEPRENSA)

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