Salvador, 26 anni contro

26/5/2007. Regista: Manuel Huerga. Sceneggiatura: Lluís Arcarazo, dal libro Cuenta atrás, di Francesc Escribano. Interpreti: Daniel Brühl, Tristán Ulloa, Leonardo Sbaraglia, Joel Joan, Leonor Watling. 138 min. Spagna, 2006. Adulti. (VXD)

Dieci anni dopo Antartida, Manuel Huerga (Barcellona, 1957), dirige il suo secondo film: una ricostruzione degli ultimi mesi di vita di Salvador Puig Antich, militante anarchico, giustiziato il 20 marzo 1974 per aver ucciso un poliziotto. La prima parte, l’arresto, è alquanto debole: piena di luoghi comuni. La storia della militanza attiva di Puig, si vede bene, è animata e ha ritmo, anche se alcune esagerazioni ne menomano il valore: ad esempio, i poliziotti fanno a gara per dimostrare chi è il più odioso, fino a cadere nel grottesco; c’è una rapina in banca, a mano armata, davvero simile ai western di Sam Peckinpah; infine, la sequenza con la ex-fidanzata di Salvador è piatta, non aggiunge niente. Invece, la parte che lo ritrae nel carcere, quando si scopre il lato umano del condannato, è notevole.

Il film ha un prologo e un finale, di cui si può far tranquillamente a meno. Vuole prepararci ad assistere ad un esempio d’idealismo, di sincerità e di lotta per la libertà, negli ultimi anni della dittatura di Franco. E termina con immagini della sepoltura di Puig, in mezzo a un ferreo cordone di polizia, dove una voce in “off” parla della ripercussione dei fatti.

Huerga riesce a ottenere una grande interpretazione da Daniel Brühl, mettendolo a confronto con attori e attrici di livello, in primo luogo Leonardo Sbaraglia, semplice agente di custodia che finirà per diventare amico del protagonista. Restano note stonate i personaggi del sacerdote e del boia. Il primo perché, chiaramente, non sapevano cosa fare di lui e gli danno un paio di battute generiche, vuote; il secondo, perché il boia appare personaggio caricaturale, fuori ruolo in questo dramma.

Il film di Huerga trasmette autentiche emozioni e rende credibili i personaggi. Andando oltre le evidenti simpatie del regista per il protagonista, ne risulta una decisa denuncia contro la pena di morte. La musica di Lluis Llach, cantautore catalano, è indovinata e si sposa bene con la creazione di Huerga, che dimostra di aver buon colpo d’occhio. Anche se l’approccio all’epoca storica è più riuscito ed originale rispetto alla stragrande maggioranza dei film che hanno affrontato il periodo franchista, al momento di riferirsi alla lotta per la libertà, perde decisamente quota, arrivando a distorcere i fatti. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: V, X, D (ACEPRENSA)

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