Film ambizioso, né poteva essere altrimenti, appare un thriller originale e fantasioso, partorito dalla mente di Joel Schumacher (Il momento di uccidere, Barman&Robin, Il fantasma dell’Opera), anche se non ben riuscito. Come tanti copioni recenti, la storia qui narrata parte da una buona idea, per scadere nel pacchiano. La buona idea è mostrare due universi paralleli, della realtà e della finzione, chiaramente separati all’inizio, grazie a un buon lavoro di fotografia e di colore. Interpretati dagli stessi attori, questi universi cominciano a identificarsi progressivamente, man mano che l’azione va avanti, fino a risultar sempre più difficile tracciare la linea di demarcazione tra realtà e finzione.
La partenza doveva essere scatenata, ma tutt’al più risulta superficiale e affrettata, perché al posto del suspense emerge la curiosità delle coincidenze numeriche: William Shakespeare è nato e morto un giorno 23, Giulio Cesare è stato pugnalato 23 volte… e avanti cosi: il numero si ripete alla noia. Nel finale, i colpi di scena -che avrebbero dovuto risultare inattesi nel copione- non sorprendono, perché non sono affatto nuovi: anzi, triti e ritriti.
In definitiva, Number 23 è un opera di intrattenimento, con aspetti interessanti, dove fanno la loro parte la colonna sonora, l’interpretazione di Carrey e
Pubblico: Adulti. Contenuti: V, S, D (ACEPRENSA)
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