Il vento che accarezza l'erba

18/11/2006. Regista: Ken Loach. Sceneggiatura: Paul Laverty. Interpreti: Cillian Murphy, Padraic Delaney, Orla Fitzgerald, Liam Cunningham, Roger Allam. 127 min. GB. 2006. Adulti. (VS)

Alcuni contadini diventano guerriglieri, per combattere le truppe britanniche inviate in Irlanda a soffocare le aspirazioni indipendentiste che hanno preso nuovo vigore, dopo l’insurrezione del 1916. Il protagonista principale è Damien, studente di Medicina che abbandona la carriera, per le armi.

Ken Loach, veterano regista inglese nato nel 1936, ha ottenuto la Palma d’Oro al miglior film, nello scorso Festival di Cannes proprio con questa pellicola, ambientata in Irlanda, negli anni immediatamente precedenti la guerra d’indipendenza del 1922. Nel 1990, Loach aveva già vinto il premio speciale della giuria di Cannes con L’agenda nascosta, che focalizza l’attività della polizia britannica contro l’IRA, nell’Irlanda del Nord. Nel 1995, Loach aveva diretto Terra e libertà, un film sui miliziani anarchici nella guerra civile spagnola, altro tema storico -a lui caro- come egli stesso confessa. Loach non ha mai vinto, invece, un premio BAFTA, assegnato al cinema del Regno Unito.

Conviene ricordare questi precedenti, perché così è più facile capire come mai la giuria del festival francese abbia concesso un premio così importante ad un film come Il vento che accarezza l’erba (suggestivo titolo desunto da un poema di Robert Dwyer Joyce, scrittore irlandese del secolo XIX). Si tratta di un melodramma molto ideologizzato, che racconta vicende note, già ispiratrici di vari racconti, reso in un modo piuttosto elementare, viscerale e sentimentalista, con scarse sfumature. Predomina una visione molto superficiale, alle volte veramente con toni retorici da pamphlet. In compenso, gli standard di qualità tecnica e interpretativa del film sono buoni.

Che il cinema di Loach -un marxista vetero-leninista- sia ideologico risulta evidente, tanto dai suoi film sulla working class britannica, come dalle sue incursioni nel cinema d’epoca. Questo film risponde perciò ai canoni del più puro cinema di propaganda (Loach se la prende con quello che lui chiama l’attuale “imperialismo anglo-nordamericano”). In tal senso, le sue grossolane semplificazioni appaiono in diretta continuità con i prodotti del cinema sovietico. Coloro che hanno percepito la superficialità e mancanza di rigore in Terra e libertà che contraddistingue il suo mediocre approccio all’anarchismo spagnolo, troveranno il solito Loach: né migliore, né peggiore. Alberto Fijo. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: V, S (ACEPRENSA)

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