22/11/2014.
Regista: Anton Corbijn. Sceneggiatura: Andrew Bovell. Interpreti: Philip Seymour
Hoffman, Nina Hoss, Willem Dafoe, Rachel McAdams, Robin Wright. 121 min. USA.
2014. Giovani.
Il
penultimo lavoro del compianto Philip Seymour Hoffman, nel ruolo del capo di un
gruppo anti-terrorismo di Amburgo, è un esempio del suo enorme talento. Ciò può
oscurare o minimizzare il merito di un film molto più di quanto ci si
aspetterebbe, grazie all’atmosfera molto riuscita. I critici spesso ricorrono a
questo concetto per spiegare quanto sia importante perché una storia funzioni,
fluisca ed impatti; o perché si rovini, s’impanni e lasci indifferenti.
L’
olandese Corbijn è riuscito a dare alla sua storia un atmosfera molto
attrattiva: i 121 minuti di riprese sono affascinanti. Il romanzo di John le
Carré contiene meno sciocchezze esistenzialiste rispetto alle sue altre opere
recenti, e aiuta il film ad essere “sconvolgente”, con un realismo inquietante
(anche se Corbjin più che un buon regista, è un fotografo a cui il cinema, per
il momento, non è il suo lavoro).
La
sceneggiatura sa snocciolare una complessa operazione avente una impalcatura finanziaria
molto importante: anche se è possibile dimenticarlo nei film, il denaro è
fondamentale nel terrorismo! La storia si concentra sul lavoro di un piccolo
gruppo di investigatori, gente comune, che non attirano l'attenzione, e passano
inosservati.
Agenti
stanchi con le occhiaie incrociano dati e raccolgono informazioni per
raggiungere il cuore di un gruppo terroristico. Raramente il cinema è riuscito
a ritrarre in un modo così potente lo schiacciante peso di chi deve difendere
la propria squadra, cosciente che i servici di intelligence condividono informazioni
e sono soggetti a pressioni da parte dei politici su di loro. Da sottolineare
un Hoffman colossale, con un sorprendente il controllo della voce, dei gesti
adeguati a un personaggio amante dell’alcool e che conduce una vita malsana.
Anche
se nella versione originale suona scioccante, la decisione di lasciare che
Hoffman (Günther Bachmann si chiama il suo personaggio) sia un tedesco con un inglese
diverso di quello dei suoi colleghi tedeschi è stata indovinata, anche se
genera un certo grado di confusione (vale lo stesso per i personaggi “tedeschi”
di Rachel McAdams e Willem Dafoe). Alberto Fijo. ACEPRENSA.
Pubblico:
Giovani. (ACEPRENSA)
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