22/11/2014. Regista: Jean-Pierre Dardenne, Luc
Dardenne. Sceneggiatura: Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne. Interpreti: Marion
Cotillard, Fabrizio Rongione, Pili Frangiflutti, Simon Caudry, Catherine Salee.
95 min. Belgio. 2014.
Giovani-adulti.
Confesso: in generale, il cinema sociale non
è il mio preferito. Paradossalmente, nonostante le storie sono, il più delle volte,
molto drammatiche, di solito mi costa trovare il nervo emotivo. Quindi, e
malgrado i fratelli Dardenne non siano Ken Loach, mi sono avvicinato con una
certa apprensione a Due giorni e una notte,
l'odissea di una giovane madre che, per mantenere il suo lavoro, deve ottenere dei
suoi compagni di squadra che rinuncino ad un bonus di mille euro. Durante un
fine settimana, due giorni e una sera, accompagnata dal marito, si recherà in
visita a ciascuno dei suoi colleghi per cercare di convincerli.
Come se vede, sulla carta, la storia è molto
piccola. Il modo con cui filmano i Dardenne –cinepresa a mano attaccata al
personaggio- non è particolarmente innovativo ... E tuttavia, questo film riesce
a trasmettere tutto quel patos che viene diluito in titoli simili. Senza
entrare in arringhe politiche o denunce strutturali, i Dardenne mettono il dito
nella piaga su un dramma umano – di nuovo il paradosso- per espanderne i
margini e costruire un film sociale che interpella, fa pensare e commuove.
Film umano al cento per cento che avvicina il riflettore, come la cinepresa,
a ogni personaggio, a ogni famiglia e ne trae conclusioni. Il problema -e la soluzione-,
allora non è la disoccupazione, né le leggi, né una certa struttura, ma le persone.
Senza fare un discorso, senza valersi di slogan, è chiaro in questa storia come,
della crisi, si esce soltanto con sforzo, con generosità, con coerenza su certi
principi e mettendosi nei panni del prossimo. Se poi il film può contare su una
magnifica interprete e su un ritratto del matrimonio tanto attraente quanto poco
edulcorato ... cosa altro si può dire? Che si conferma che al cinema non va
bene andare con timori e pregiudizi. Ana Sánchez de la Nieta. ACEPRENSA.
Pubblico: Giovani-adulti. (ACEPRENSA)
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