La pelle che abito

8/10/2011. Regista: Pedro Almodóvar. Sceneggiatura: Pedro Almodóvar. Interpreti: Antonio Banderas, Elena Anaya, Marisa Paredes, Jan Cornet, Roberto Álamo. 117 min. Spagna. 2011. Adulti. (VXD)

Vera è una giovane donna, bloccata nel seminterrato di un palazzo. Il Dr. Robert Ledgard provvede a monitorarne ogni movimento, tramite una tv a circuito chiuso. Chirurgo plastico di fama, Robert ha sviluppato una tecnica transgenica per creare pelle artificiale, in ricordo della moglie, morta carbonizzata in un incidente stradale.

Primo approccio di Pedro Almodovar ai film fantasy? In realtà, l'unico genere che il regista della Mancia coltiva è l’almodovariano, diverso da qualsiasi altro: la sua è una saga, con tratti distintivi e unici. Quindi, dire che il film si ispira al romanzo Tarantula di Thierry Jonquet o rivisita il mito di Prometeo, non dice molto. Il problema di Almodóvar -per alcuni non lo è- emerge dalla sua vita chiusa in un mondo di sentimenti esagerati, strazianti, ma epidermici. Non c’è profondità negli argomenti che tocca e che nasconde con trame contorte e lambiccate, pur rivelando talento nella messa in scena. Ma esagerando, il regista ci porta a situazioni impossibili e imbarazzanti, e gli attori devono stare al gioco.

Esageriamo a parlare di superficialità? Un personaggio si riferisce ai problemi di bioetica delle tecniche di Ledgard, ma appare troppo costruito. Certi comportamenti sono spiegati con un vago riferimento alla follia, contratta alla nascita. Un altro commette uno stupro, ma finiamo per simpatizzare con lo stesso, davanti alla vendetta orchestrata da uno degli offesi. La possibilità di cambiamento di sesso non aiuta a riflettere sull'identità sessuale. Come nel precedente film, Gli abbracci spezzati, Pedro Almodóvar si dispone a raccogliere idee, che abbiamo già visto altrove: personaggi trattenuti contro la loro volontà, trasformismi, morti traumatiche che inseguono dal passato, stupri... ciò che manca, tranne in un breve scena con Agustín Almodóvar, è il senso dell'umorismo: decisamente assente, a meno che un certo apparente umorismo casuale, sia in realtà voluto. José María Aresté. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: V, X, D (ACEPRENSA)

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