Cars 2

23/7/2011. Regista: John Lasseter, Brad Lewis. Sceneggiatura: John Lasseter, Brad Lewis, Dan Fogelman, Ben Queen. Colonna sonora: Michael Giacchino. Fotografia: Jeremy Lasky. Disegno di produzione: Harley Jessup. 106 min. USA. 2011. Animazione. Tutti.

Dopo aver vinto -per la quinta volta consecutiva- la Piston Cup, la stella delle corse, Saetta McQueen e il fedele amico, l’ingenuo veicolo auto-gru arrugginito, di nome Cricchetto, abbandonano di nuovo Radiator Springs per competere in Giappone, Italia, Francia e Inghilterra, nel primo Gran Premio Mondiale organizzato dall’imprenditore Sir Miles Axelrod, che sta promuovendo un bio-carburante ecologico chiamato Allinol. Ma le illusioni dei due amici si complicano quando Cricchetto viene coinvolto in una pericolosa trama di spionaggio internazionale.



Aiutato da Brad Lewis, quale co-regista, ritorna alla cinepresa John Lasseter, co-fondatore della Pixar 25 anni fa e suo attuale vice presidente creativo. Lasseter non si proponeva come regista dal 2006, quando debuttò in Cars, per molti il film più debole dello stabilimento di Emeryville, anche se tuttora uno dei più popolari tra i bambini. Il suo sequel, Cars 2, acuisce purtroppo difetti narrativi e carenze drammatiche del precedente, così da toccare il fondo tra i film della Pixar.

Non c’è niente da eccepire circa l’impressionante animazione di Cars 2, enormemente espressiva e molto spettacolare nelle numerose sequenze d'azione, molte delle quali coinvolgono centinaia di personaggi in scena. Meritano anche un strepitoso applauso alcuni suoi sfondi da antologia, che ricreano con impressionante bellezza Tokyo, Parigi, Londra e città immaginarie come Porto Costa e Radiator Springs. Tutto ciò, presentato in un 3D stereoscopico davvero impressionante, pur senza eccessi, e fornito di una colonna sonora di Michael Giacchino assai varia, completata da alcuni brani già esistenti piuttosto buoni.

Il problema è che l'intero dispiego audiovisivo risulta davvero poca cosa, a causa di una sceneggiatura troppo episodica, dalla trama fragile, con eccessivo accumulo di gag assortite. Certo, si apprezza lo sforzo di John Lasseter per arricchire la pura competizione automobilistica con una divertente sotto-trama di intrighi alla James Bond, che include il meglio del film; ma lo spettatore si disperde tra i tanti personaggi, così che mai ride, piange, si commuove, a differenza di altri film della Pixar, soprattutto la trilogia Toy Story, Gli Incredibili, Ratatouille e Up. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

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