Transformers: la vendetta del caduto

25/7/2009. Regista: Michael Bay. Sceneggiatura: Roberto Orci, Alex Kurtzman, Ehren Kruger. Interpreti: Shia LaBeouf, Megan Fox, John Turturro. 144 min. USA. 2009. Giovani.

Dopo aver incassato 700 milioni di dollari da Transformers, si poteva prevedere che Michael Bay e Steven Spielberg avrebbero realizzato un secondo episodio, basato sui giocattoli giapponesi degli anni Settanta, da cui la saga dei popolari fumetti della Marvel.



Dice un lemma pubblicitario che Bay realizza blockbuster dal 1995. Certamente, il regista californiano ha incassato molti soldi da film d'azione che rispondono al principio: esplosioni continue, pensieri zero. Ne costituiscono i precedenti tentativi: Bad boys, The Rock, Pearl Harbour e The Island. Ma non è men vero che questi film hanno pure fatto esplodere i timpani -e la pazienza- a molti spettatori, oppressi dalla pomposa esibizione, vuota e insipida, che li caratterizza.

In questa secondo episodio c’è però una vis comica più sottile, che ossigena il film, altrimenti insopportabile. La passione di Bay per le divise militari, per le appariscenti ragazze-portafiori, per armi e macchine speciali, si trasforma -ma fino a certo punto- in scaltrezza, dando luogo ad una prima parte della pellicola simpatica, disinvolta e spettacolare. Ma come capita spesso a Bay, ignaro del senso della misura, il brillante inizio perde poi smalto, a causa di una ridondanza troppo insistente che ne evidenzia l'incapacità di girare e montare, sapendo ben dosare la potenzialità amplificatrice degli effetti digitali. Nei montaggi di Bay spicca la consueta prospettiva circa le donne, ridotte ad oggetto di arredamento accanto al maschio dominante. Se Bay fosse capace di smettere di gridare, cinematograficamente parlando, il suo film -eccessivamente lungo-, sarebbe migliore in tutti i sensi. Alberto Fijo. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. (ACEPRENSA)

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