19/4/2014. Regista:
Peter Webber. Sceneggiatura: Vera Blasi, David Klass. Interpreti: Matthew Fox,
Tommy Lee Jones, Eriko Hatsune, Toshiyuki Nishida, Takataro Kataoka. 105 min.
USA, Giappone. 2012. Giovani.
La Seconda Guerra Mondiale si conclude nel
1945. Il Giappone si arrende dopo l'orrore atomico. MacArthur -un comandante supremo
che ha già la testa nella sua carriera politica- dirigerà la transizione verso
la pace. E c'è una questione molto importante che dovrà decidere: cosa facciamo con l'imperatore? La questione è
delicata, perché si tratta di guadagnare il rispetto di un popolo e di un paese
che vuole diventare un alleato. Al tempo stesso, davanti al mondo e agli
americani, bisogna fare giustizia.
Il tema di questo film è emozionante. Come
erano Norimberga e il Piano Marshall in Europa, espressioni della strategia
dell'impero americano al gettare le basi della sua politica estera e il suo
status di leader mondiale. Il regista britannico Peter Webber –La ragazza con l’orecchino di perla - adatta un romanzo di
Shiro Okamoto mettendo l'accento su una figura chiave nel processo, il generale
Bonner Feller, uno dei più importante dello Stato Maggiore statunitense, che
riceverà l’incarico di realizzare una informazione sulla responsabilità
dell'imperatore nel conflitto, in particolare sul suo ruolo nell’attacco a
Pearl Harbor.
La trama si serve da un'indagine realizzata
da Feller (per inciso, un quacchero), che conosce molto bene la cultura
giapponese (in realtà, al di là della sottotrama romantica romanzata, la sua
tesi di dottorato ben nota e influente presso la scuola di Stato Maggiore
s’intitola “La psicologia del soldato giapponese”). Emperor
è una coproduzione americano- giapponese. Giapponesi sono molti degli attori e
l'uscita del film è stata fatta in Giappone, senza risultati particolarmente buoni.
Certamente vi è dispersione nella storia,
che naviga tra il thriller investigativo giudiziario
e il dramma personale con appunti affettivi, ma il film è bello, ben recitato e
ha forza. Penso che uno spettatore colto disposti a pensare alle conseguenze
della guerra e alle difficoltà che affrontano vincitori e vinti lo vedrà con
molto piacere. Saper vincere e saper trattare il vinto è un tema formidabile.
In questo caso, una questione fondamentale è
l'imperatore e il suo status divino. Si tratta di smontare gli schemi vitali di
un antico popolo che vede gli occidentali come selvaggi, con molte cose buone e
altre nefaste, che non è il momento di spiegare qui. Il ruolo di Feller (1896-1973)
sarà epocale, molto di più di quello che il film mostra. In gran parte il
Giappone è come è grazie a Feller.
Webber è un buon regista di
cinema basato su romanzi storici. Il ritmo sereno del film contrasta con il
cinema sconnesso ed episodico prevalente
in molte produzioni tachicardiche in cui sembra obbligatoria l'epilessia narrativa
in modo che lo spettatore meno esigente sia intrattenuto. Ringrazio Webber per non
piegarsi alla frivolezza, pur riconoscendo che la sceneggiatura avrebbe potuto
essere molto meglio. Alberto Fijo. ACEPRENSA.
Pubblico: Giovani. (ACEPRENSA)
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